La ricerca italiana sale con orgoglio, e con un biglietto di prima classe, su Hyperloop, il treno super-veloce che sembra arrivare direttamente dal futuro, progettato dal fondatore di Space X e Tesla Elon Musk e ideato specificatamente per poter viaggiare a mille chilometri orari all’interno di un cilindro.
Giusto per intenderci, stiamo parlando di una tratta come quella Milano-Roma percorribile in soli 35 minuti, e tutto questo grazie anche ai giovani scienziati di casa nostra, protagonisti in primo piano nella costruzione del nuovo treno. Le sospensioni di Hyperloop sono state infatti realizzate dalla start-up italiana Ales Tech, fondata dagli studenti dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna, e finanziata da aziende private del nostro Paese.
L’entusiasmo, per i giovani progettatori italiani partecipanti al progetto, è ovviamente alle stelle. “È un punto di partenza che ci rende orgogliosi del tanto lavoro svolto in questi mesi“, ha detto Luca Cesaretti, presidente e co-fondatore della start up insieme a Andrea Parrotta.”Siamo molto soddisfatti dei primi test di laboratorio”, ha aggiunto Perrotta. “La tecnologia funziona e ha margini di sviluppo molto interessanti”.
Le sospensioni, spedite nelle scorse settimane negli Stati Uniti, sono di tre diversi tipi, così come sono tre i prototipi inviati ai gruppi di lavoro responsabili, che presto verranno raggiunti anche da un team composto da ingegneri dell’Università di Pisa. Ma il banco di prova vero e proprio ci sarà a fine gennaio 2017 in California, nei pressi di Los Angeles, su un tratto di ben due chilometri lungo il quale verrà montato il “tubo” in cui scorreranno le carrozze ultraveloci di Hyperloop, le cosiddette “Pod”. La struttura per il test è già in fase di costruzione e le università responsabili dei diversi prototipi del treno sono al lavoro per completare quanto prima il progetto.
La tecnologia italiana si è finora dimostrata all’altezza dell’impegno richiesto e tutto lascia ben sperare per il futuro. I tre prototipi delle sospensioni sono infatti il frutto di un lavoro durissimo che ha dato come risultati tre diverse tipologie di supporto studiate, oltre che per il normale trasporto su rotaia, anche per la sempre più utilizzata levitazione magnetica.
Si tratta di un segnale molto importante che fa intravedere future innovazioni da applicare anche alla nostra rete ferroviaria, in attesa ormai da anni di un ammodernamento che ci faccia stare al passo dei paesi più avanzati tecnologicamente.