Il clima sta cambiando in maniera sempre più repentina e, di conseguenza, cambiano anche le abitudini di milioni di persone. Secondo i pronostici degli esperti, entro la fine del secolo la domanda di elettricità si sposterà dai Paesi del Nord come la Svezia e la Norvegia, che avranno a che fare con temperature meno rigide in inverno e quindi con un minor consumo energetico di riscaldamento, ai Paesi del Sud come la Spagna e il Portogallo, dove le estati saranno ancora più calde e richiederanno un maggior impiego dei condizionatori.
A delineare la situazione è uno studio internazionale capitanato dall’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico. Sembra cose di poco conto ma, a conti fatti, si tratta di un ribaltamento di notevole portata dei consumi energetici che comporterà importanti conseguenze dal punto di vista ambientale ed economico. A fornire qualche dettaglio in più è Leonie Wenz, autore di questo curioso studio pubblicato sulla rivista Pnas.
I picchi di consumo e l’utilizzo complessivo di elettricità sono più bassi nei giorni in cui la temperatura massima è di 22 gradi – spiega l’esperto – e aumentano sia quando la colonnina di mercurio sale, sia quando scende.
Il principale meccanismo di adattamento che l’uomo ha per combattere le alte temperature esterne – aggiunge Max Coffhammer dell’università di Berkeley, coautore dello studio è raffreddare gli ambienti interni, il che comporta un maggior uso di elettricità, che mette in guardia sulla maggiore pressione a cui saranno sottoposte le reti elettriche.
C’è da aspettarsi uno stravolgimento epocale con i consumi destinati a spostarsi non solo verso l’Europa meridionale ma anche verso il periodo estivo. Le reti elettriche, insomma, saranno sottoposte all’improvviso a una maggiore pressione ed è possibile che l’intero sistema debba essere completamente ripensato. Il dato probabilmente più interessante è che l’effetto del cambiamento climatico sul consumo complessivo è quasi nullo, ma le sue variazioni regionali saranno ugualmente una sfida perché le infrastrutture dovranno essere adattate, paese per paese, in base alle mutate necessità di produzione e di consumo dell’elettricità.
I dati disaggregati mostrano anche un altro dato di cui tenere conto: le variazioni del consumo di elettricità in risposta ai cambiamenti climatici sono simili nei diversi paesi europei. Per esempio, il consumo giornaliero è minimo per una temperatura esterna massima di 22 gradi, e aumenta sia nei giorni in cui la temperatura aumenta sia in quelli in cui diminuisce. Insomma, l’intero sistema va completamente ripensato o si andrà incontro a un collasso del sistema energetico nell’arco di pochi anni.